bisignano

Bisignano

Bisignano è situata su un poggio della valle del torrente Mucone, affluente del Crati, nella Sila greca. Già dai primi secoli cristiani divenne importante sede vescovile oggi accorpata a quella di Cosenza e nel medioevo innalzata a Principato appartenuto sempre ai Principi Sanseverino che abitavano un castello chiamato all’origine Cacomacio e poi Castromonte, di cui ora è rimasto solo un enorme masso.
Secondo una leggenda, Bisignano, così come molti altri paesi della Calabria, fu fondata da Bescio Aschenazzi pronipote di Noè e figlio di Gomer, primogenito di Jafet. Nel Medioevo è nota come Visinianum e la sua fama si accresce nel 774 con la nomina, da parte di Papa Zaccaria, del 10 vescovo di Bisignano, che però risiede a San Marco. Notizie certe della Città sono già note intorno al 205 a.C. quando alleata di Annibale, nella battaglia di Campovile (contrada ancora chiamata così), sconfisse i Romani, insieme ad altri paese della valle del crati. Dalla costituzione della Repubblica Partenopea, passando per la dominazione borbonica, fino all’unità d’Italia, Bisignano vide tramontare la sua potenza politica e civile.
Lo scoppio delle guerre mondiali tolse al popolo lo spirito e la linfa vitale per un pronto riscatto civile, dovendo, per le miserevoli condizioni, sopportare usi e costumi feudali mantenuti dagli agrari dell’epoca. All’indomani del secondo conflitto mondiale Bisignano fu tra i primi paesi che scesero in lotta per conquistare il diritto di coltivare le terre abbandonate. Con Decreto del Presidente della Repubblica del 24.03.1994, è stato concesso al Comune di Bisignano il titolo di Città. Tra il 1184 e il 1187 Bisignano fu quasi interamente rasa al suolo da diversi terremoti. Attualmente Bisignano, è orgogliosa di mostrare al mondo una grande opera spirituale ed architettonica: il convento francescano della Riforma. L’intero complesso monastico è stato fondato agli inizi del XIII sec. dal Beato Pietro Cathin da Sant’Andrea della Marca. Nel 1380, poi, convento e chiesa furono ricostruiti nell’attuale forma col patrocinio del Principe Sanseverino e affidati ai frati Minori Conventuali, a custodirlo oggi sono i francescani Riformati. L’interno della chiesa custodisce notevoli opere d’arte: il seicentesco crocifisso ligneo di Fra’ Umile da Petralia, lo stesso che scolpì i somiglianti Crocifissi di Cutro, Polla ed altri; la statua marmorea della Madonna delle Grazie (opera del primo ‘500) di Antonello Gaggini. Le serenate al chiaro di luna, sotto le finestre o i balconi delle innamorate, a suon di mandolini, di violini e di chitarre, sono un’altra nota caratteristica della “Bisignano d’altri tempi!”.
Oggi queste “serenate” vengono rivisitate attraverso un concorso musicale che si svolge ogni anno la vigilia del giorno di San Valentino. Sono serenate, sotto i balconi addobbati ed illuminati negli otto quartieri del centro storico, suonate dagli antichi strumenti a corda (chitarra, mandola, mandolino, violino, liuto ed altri tradizionali). Sono gli strumenti che hanno fatto, e fanno tuttora, la storia di Bisignano.

Esperienza

C’è un’antica tradizione artigianale che fa grande la provincia di Cosenza, è quella dei liutai di Bisignano. La voce di questi preziosi strumenti musicali e la fama dei liutai di Bisignano è da secoli indissolubilmente legata al nome di una famiglia e della loro bottega d’arte. Il nome è quello della Liuteria De Bonis, celebre soprattutto per la realizzazione di favolosi mandolini-arpa, caratterizzati da un suono particolarmente dolce e vibrante ottenuto grazie non soltanto a un magistrale studio delle proporzioni, ma anche alla sapiente scelta delle colle impiegate e dei legni, primi fra tutti quelli di acero, ebano e palissandro.
Ancora oggi i liutai di Bisignano portano avanti la loro antica tradizione artigianale proponendo strumenti che sono dei veri e propri capolavori. Naturalmente, nel Gotha della liuteria bisignanese, spicca il laboratorio del maestro Vincenzo De Bonis, ultimo erede di quella dinastia di straordinari liutai diventati celebri a livello internazionale per la loro raffinata produzione di strumenti musicali a corda e, in particolare, della cosiddetta “chitarra battente”, che ha origini nel Cinquecento ed è chiamata così per una peculiarità tecnica: le sue corde, infatti, per suonare devono essere battute e non pizzicate.
Ispirandosi alla famiglia De Bonis sono molti, i giovani artigiani che si dedicano con passione a questa antica, quanto nobile, arte. Come per esempio il liutaio Francesco Pignataro, specializzato nella creazione di chitarre classiche da concerto, chitarre battenti, mandolini e violini. Andrea Pontedoro, liutaio bisignanese ha esportato la sua abilità all’estero: si è infatti trasferito in Scozia, esattamente a Edimburgo, dove ha aperto una bottega di liuteria diventata famosa a livello europeo.
Per non tralasciare l’enorme patrimonio di arte e tradizione custodito dai liutai di Bisignano, è stata creata la Scuola Regionale di Liuteria di Bisignano, in cui fornisce la sua preziosa collaborazione anche il maestro Vincenzo De Bonis. Ogni anno a Maggio, viene organizzata una manifestazione internazionale di liuteria che si sviluppa attraverso mostre, concerti e convegni, la manifestazione è fortemente voluta e supportata dal Comune e dalla Pro Loco per tenere alto il vassillo dei liutai di Bisignano.